RaiPlay, Guanciale e Puccini da pelle d'oca: tratto dal caso letterario più famoso al mondo

Su RaiPlay potrete vedere uno dei film più belli in assoluto con Lino Guanciale e Vittoria Puccini: è tratto da un'opera famosissima che ha fatto la storia della letteratura italiana. Scopriamo, di seguito, titolo, trama e cast. 

Nel film "Maraviglioso Boccaccio" , diretto con maestria da Paolo e Vittorio Taviani, la peste nera che devasta Firenze nel 1348 diventa il punto di partenza per un viaggio umano e narrativo senza tempo. Un gruppo di giovani decide di fuggire dall'orrore rifugiandosi in un casale isolato, un luogo dove l'eco della morte è sostituita dalle parole e dall'immaginazione.

Per sfuggire alla noia e alle angosce della peste, i ragazzi scelgono di raccontarsi ogni giorno delle novelle, trasformando il rifugio in una fucina di storie che intrecciano ironia, passione e dramma. Il tutto è tratto, naturalmente, dalla grande opera di Boccaccio, Il Decameron (o anche noto come Decamerone). Uno dei racconti è quello di Monna Catalina , interpretata da Vittoria Puccini, creduta morta e abbandonata in una chiesa. Il destino, però, le regala una seconda possibilità grazie a Messer Gentile (Riccardo Scamarcio), un uomo profondamente innamorato di lei che la salva con un atto di puro coraggio e devozione. Questa storia incarna il potere salvifico dell'amore, anche di fronte alla disperazione più cupa.

lino guanciale
Lino Guanciale

RaiPlay, Guanciale e Puccini vi conquisteranno: perché vedere Meraviglioso Boccaccio

Un altro personaggio indimenticabile è Calandrino , un pittore maldestro e ingenuo, portato sullo schermo da Kim Rossi Stuart. Vittima preferita delle beffe dei suoi compagni, Bruno e Buffalmacco (tra cui un brillante Lino Guanciale), Calandrino rappresenta la leggerezza e il gioco, un antidoto alle tenebre del mondo esterno. Le sue disavventure, a metà tra comicità e amarezza, offrono un respiro di sollievo nella cornice tragica della peste.

La passione proibita prende vita attraverso la figura di Ghismunda (Kasia Smutniak), una giovane vedova che si innamora di un uomo vicino al padre, il principe di Salerno. Questo amore clandestino, ricco di intensità ma carico di rischi, sfida le convenzioni e scatena il conflitto familiare. È una storia che esplora la forza dei sentimenti, anche quando tutto sembra giocare contro di essi.

Gli altri racconti, tra ironia e vita vera

Non manca l'ironia nella novella di suor Isabetta (Carolina Crescentini), una giovane monaca che si innamora di un ragazzo e viene colta in flagrante dalla badessa Usimbalda, interpretata da una pungente Paola Cortellesi. Qui, l'amore diventa trasgressione e ribellione, una critica velata alle ipocrisie della società dell'epoca, resa ancora più vivida dalla comicità dei suoi protagonisti. Il film si chiude con una storia intrisa di malinconia: quella di Federigo degli Alberighi (Josafath Vagni) e Monna Giovanna (Jasmine Trinca). Il sacrificio di Federigo per conquistare l'amore di Giovanna assume una dimensione quasi eroica, mentre il falcone, simbolo di nobiltà e sacrificio, diventa il fulcro di una commovente lezione di umanità.

Nel casale, lontano dalla devastazione della peste, questi racconti diventano uno specchio della fragilità e della forza dell'animo umano. Ogni novella è un riflesso delle speranze, delle paure e dei desideri che sopravvivono anche nei momenti più bui. I Taviani intrecciano con maestria elementi di tragedia e commedia, trasformando il film in un omaggio alla narrazione e alla capacità di inventare mondi per esorcizzare le tragedie della realtà. Un viaggio che ci ricorda che, anche di fronte alla morte, la bellezza delle storie può farci vivere.

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