Esiste una vera e propria pianta medicinale che migliora la digestione e ha degli effetti positivi anche sul fegato: ecco come e quanto mangiarla e soprattutto di quale si tratta.
La liquirizia è un piccolo piacere per il palato che molti di noi hanno assaporato almeno una volta nella vita. Quel sapore unico, dolce ma con una nota leggermente amarognola, riesce a conquistare grandi e piccoli, rendendola una delle delizie più apprezzate. Ma la liquirizia non è solo una golosità: le sue origini affondano in secoli di utilizzo come rimedio naturale. Può, infatti, essere considerata una vera e propria pianta medicinale, le cui proprietà benefiche erano note già alle civiltà antiche. Greci, romani e persino gli egiziani la usavano per trattare vari disturbi, dimostrando quanto fosse preziosa.
Il segreto della liquirizia risiede nei suoi composti naturali. Tra questi spicca la glicirrizina, una sostanza con potenti effetti antinfiammatori e antivirali. Questo la rende un alleato contro raffreddori e mal di gola, tanto che spesso viene utilizzato come ingredienti nelle tisane e negli sciroppi. La sua dolcezza naturale è sorprendentemente 50 volte superiore a quella dello zucchero, il che la rende perfetta per chi vuole ridurre l'assunzione di zuccheri raffinati pur mantenendo un tocco dolce nella propria alimentazione. Tuttavia, è fondamentale ricordare che il consumo eccessivo di liquirizia può portare a effetti collaterali, come l'aumento della pressione sanguigna, quindi è importante gustarla con moderazione.
La liquirizia, tutti i benefici di questa pianta medicinale: come e quanto mangiarla
Uno dei principali benefici della liquirizia riguarda la sua capacità di favorire la digestione. Dopo un pasto abbondante, sorseggiare una tisana alla liquirizia o masticarne un pezzetto può aiutare a ridurre la sensazione di pesantezza e alleviare i fastidi gastrici. Questo perché la liquirizia agisce sul tratto digestivo con un'azione protettiva e lenitiva, favorendo la produzione di muco che protegge le pareti dello stomaco e riduce l'irritazione. Per chi soffre di acidità o di gastrite, la liquirizia può diventare un valido alleato, aiutare a prevenire l'ulcera gastrica e a lenire le infiammazioni interne.
Ma i benefici della liquirizia non si fermano alla digestione: anche il fegato può trarne vantaggio. Questa pianta ha proprietà disintossicanti che favoriscono l'eliminazione delle tossine e aiutano il fegato a svolgere il suo lavoro in modo più efficiente. Alcuni studi hanno evidenziato che l'assunzione di estratto di liquirizia può contribuire a ridurre i livelli di stress ossidativo e prevenire il danno cellulare, proteggendo così il fegato. L'azione antinfiammatoria della glicirrizina si estende anche al fegato, promuovendo la rigenerazione delle cellule e prevenendo alcune patologie epatiche.
La liquirizia, come ogni alimento o integratore naturale, va consumata con moderazione per evitare effetti collaterali. In generale, è consigliabile non superare i 5 grammi di radice pura al giorno o una quantità equivalente in prodotti derivati, per un periodo limitato di tempo. Un consumo eccessivo può portare ad effetti indesiderati come l'aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica o squilibri elettrolitici. La si può assumere sottoforma di tisana o anche direttamente mangiando le buonissime radici. Esiste anche in versione confetti e caramelle: una vera bontà.